“CIAO, SONO MAXINE, POSSO AIUTARTI?” QUELLA VOLTA IN CUI HO CREATO UN ASSISTENTE VIRTUALE

Sono super orgogliosa! Finalmente ho creato il mio primo assistente virtuale Artificial Human! Vi presento la mia Maxine *!

I cambiamenti ci sono e ci saranno sempre. Per tradurli in ESPERIENZE DIFFERENZIANTI, dal valore strategico, occorrono a mio avviso due cose:

  • un’ ATTENZIONE CRESCENTE ALLA COMPONENTE UMANA, ai comportamenti, alla psicologia. La capacità di comprensione empatica dei bisogni profondi che muovono il consumatore/cliente/employee sarà sempre più importante per creare uno storytelling coerente e rilevante.
  • un MINDSET DIGITAL che veda la digital transformation nella sua visione olistica, nel suo impatto sul business a 360 gradi: non serve la singola app o un post, serve pensare digitalmente tutta la catena del valore, per automatizzare e creare esperienze fruibili nel micromomento, in maniera efficiente internamente ed efficace esternamente.

Dalla sinergia uomo macchina può nascere il vero equilibrio: non si tratta di scegliere l’uno o l’altro, ma di imparare a usare la tecnologia per migliorare la nostra vita e il nostro lavoro, facendosi guidare da una chiara visione dell’etica umana e ricordandosi del suo valore strumentale a servizio dell’uomo.

A proposito di etica nel mondo digitale vi lascio qui sotto un must-read del Professor Luciano Floridi:

In questo senso il marketing si appresta ad affrontare un nuovo mondo cookieless, con qualche certezza in meno, ma di certo con nuovi strumenti offerti dai Big Data e dall’Intelligenza Artificiale.

Uno di questi è rappresentato dagli ASSISTENTI VIRTUALI:

Secondo Gartner, nel 2022 la maggioranza dei siti aprirà con la domanda: Ciao Posso aiutarti?

Che siano in formato testuale, vocale o artificial human, questi strumenti sono in grado di lavorare proprio su quei due punti di cui abbiamo parlato prima: EMPATIA e AUTOMAZIONE per garantire maggiore EFFICACIA ESTERNA ed EFFICIENZA ESTERNA.

Un cliente ha un problema con un acquisto alle 2 di notte e vuole parlare con il vostro customer service? Avete bisogno di fare un training su un nuovo sistema interno di HR in venti lingue diverse?

Avete bisogno di andare all’anagrafe ma c’è una pandemia? 

Gli assistenti virtuali possono migliorare il servizio offerto ai clienti e diminuire il workload dei lavoratori.

Da qualche tempo il tema AI Marketing mi sta appassionando, in particolare tutto ciò che ha che fare con la voce e il NLP, l’uso del linguaggio naturale.

Trovo che siamo di fronte a una evoluzione democratica della tecnologia: chiunque, semplicemente usando la propria lingua potrà accedere a numerosi servizi online, senza che sia richiesta una formazione tecnica.

La scoperta del CONVERSATION DESIGN mi ha aperto un mondo: grazie alla pazienza e alla competenza di Iolanda Iacono ho potuto riscoprire il senso della mia laurea in neurolinguistica applicandola proprio all’AI Marketing! Di fatto il conversation designer, un architetto di conversazione umana, coniuga proprio quei due  bisogni essenziali che servono di fronte al cambiamento, tenendo in equilibrio dialogo umano e tecnologia.

Ma chi è un conversation designer?

Beh sono ancora lontani forse i tempi immaginati dal CEO di Google, ma la prossima volta che dovrete prenotare un parrucchiere in zona rossa magari avrete una vostra Maxine ad aiutarvi! Che ne dite?

*Grazie a:  QuestIT per la piattaforma, ad Antonio Perfido per l’organizzazione della masterclass e, last but not least, a  Iolanda Iacono per le ispirazioni e le slides di spiegazione che trovate in questo articolo. Credit: il sito su cui è stata fatta la creazione dell’assistente, visibile solo privatamente, è stato quello di Max&Co.

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