Pomellato ha trasformato in gioielli il Kintsugi, uno dei concetti che più amo:
L’arte giapponese di riparare i vasi rotti con dell’oro, creando così paradossalmente qualcosa di maggior valore rispetto a prima, è diventata nel tempo sinonimo di resilienza e di riconoscimento del ruolo che le imperfezioni/ferite della vita hanno nell’accrescere la nostra consapevolezza personale.
Pomellato quindi con questa collezione celebra la bellezza delle imperfezioni:
“Nutriamo profondo rispetto nei confronti di questa antichissima sapienza artigiana, e ci proponiamo non di creare la perfezione, ma di ottenere risultati unici ed estremamente naturali”- spiega il Direttore Creativo Vincenzo Castaldo – “Ogni gioiello è unico nel suo genere, e sono convinto che in questa unicità si celi l’essenza della ricercatezza. Ecco che quella sutura, quella cicatrice di puro oro, diventa un elemento décor che personalizza ogni pezzo presente in Pomellato Kintsugi: per natura i gioielli di questa capsule collection sono unici, nonché fine espressione di quel lusso che abbraccia con entusiasmo i valori della sostenibilità.”
Trovo davvero meravigliosa la collezione, ma soprattutto il desiderio di portare un pensiero anticonvenzionale nella gioielleria, dove “non c’è posto per una pietra con fragilità evidenti o difettosità e dove l’idea di prezioso è tradizionalmente legata a ciò che è puro, senza macchia”.
Qui, grazie al kintsugi, l’imperfezione si fa valore.
Per quanto mi riguarda, sono molto affezionata a questa arte Giapponese. Ho scoperto questo concetto potente durante l’università e me ne sono innamorata perché nella poesia e nella bellezza della sua concretezza racchiude una grande saggezza emotiva, mentale e spirituale.
Per farci RISUONARE, proprio come in uno strumento a corde, dobbiamo essere “pizzicati”, dobbiamo un po’ soffrire per far venire a galla le parole e i talenti che risuonano in noi. Lo storytelling insegna che ogni personaggio “si rivela” quando si trova davanti a una scelta in cui perde qualcosa in ogni caso: è nei momenti di rottura, pressione, di difficoltà, di paura, di tristezza che riveliamo davvero a noi stessi la nostra vera natura.
Così “rotti” troviamo la nostra autenticità: proprio come insegna l’arte del Kintsugi giapponese, che dà vita a vasi preziosi riparandone le crepe con dell’oro.
Céline Santini, nel suo libro “Kintsugi L’arte segreta di riparare la vita”, sviluppa proprio questa associazione metaforica tra i concetti di resilienza e unicità delle nostre imperfezioni e questa antica arte Giapponese: così come la ceramica prende vita attraverso le linee di frattura, così anche noi possiamo imparare l’importanza della fragilità per crescere attraverso le nostre esperienze dolorose, valorizzarle e capire che sono proprio queste a renderci unici e preziosi.
Photo Credit: Pomellato Kintsugi + Céline Santini